Molino Scodellino, a marzo via ai lavori

Il sindaco di Castel Bolognese, Daniele Bambi, getta acqua sul fuoco delle preoccupazioni per le sorti del Molino Scodellino: i soldi per un primo – parziale ma indispensabile – intervento di salvataggio ci sono.
La querelle, come si ricorderà, è antica ma ha avuto un recentissimo «ritorno di fiamma» – è proprio il caso di dirlo – con un’interpellanza congiunta delle opposizioni presentata in consiglio comunale il 3 settembre scorso. Enzo Minardi e Pasquale Marezzi, capigruppo rispettivamente del Pdl-Lega Nord-Udc e della Lista civica «Il tuo paese», hanno espresso la loro preoccupazione chiedendo «a che punto siamo con il reperimento del contributo comunale che ammonta a 200 mila euro».
Lo stanziamento di tale somma è la condizione indispensabile per ottenere il contributo, stavolta regionale (a sua volta con fondi di provenienza europea) di altri 150 mila euro. L’opposizione teme il duplice danno della perdita del finanziamento regionale e della perdita del mulino che, a questo punto, se non si interviene, rischia davvero il crollo. «Ma i soldi ci sono – dice il sindaco – e lo dico con tutta tranquillità perché non rivendico neppure un merito mio: sono soldi messi a bilancio dalla passata amministrazione, già stanziati e finalizzati appunto a questo intervento di una prima messa in sicurezza del manufatto. I lavori partiranno entro marzo 2010, come richiesto dalla Regione per l’erogazione del loro contributo».
A Castello ci sono almeno due associazioni (più ovviamente tanti altri singoli cittadini) cui sta a cuore il salvataggio del quattrocentesco opificio, tra i più antichi, se non il più antico, in tutto il territorio regionale: sono la «Pietro Costa» e gli «Amici del Molino Scodellino».
«Lo so – ribatte il sindaco – e la cosa mi fa piacere perché significa che i castellani amano il loro patrimonio storico. Abbiamo anche avuto un recente incontro pubblico a Casalecchio dove ho detto appunto che i soldi ci sono ed è anche ciò che diremo in risposta all’interpellanza. Posso tranquillizzare tutti gli animi perché stavolta si parte con i lavori: esiste già uno studio di quattro professionisti del settore e sappiamo bene che con i 350 mila euro risultanti dai due contributi non si farà tutto, forse neppure la metà del necessario, però si fa già un primo, considerevole passo».
Sandro Bassi Sette Sere – www.faenzanotizie.it

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