Albero della Vita o albero della Pace?

Si discute se la scultura creata da Angelo Biancini per il Monumento nazionale Caduti B.C.M. – albero senza foglie e con tanti uccelli – sia Albero della Vita o Albero della Pace. La tabella posta recentemente recita Albero della vita. Mentre altri cittadini, fra i quali Franco Gaglio, il Sindaco del Monumento, sostiene che quello e l’Albero della Pace. Alcuni affermano che gli uccelli siano beccafichi, altri invece trattarsi di colombe.

La questione ci ha incuriositi. Siccome abbiamo una piccola parte nella vicenda del Monumento in quanto, sulla base di un contratto di collaborazione col Comune, ne gestiamo la piccola manutenzione, abbiamo cercato di farci una idea dell’argomento. Abbiamo recuperato quella che pare essere la pubblicazione piu’ completa e autorevole sul Monumento, scritta da M.Giulia Marziliano della Ferrucci & Marziliano Architetti e che titola deCostruire un luogo dell’incontro e della memoria – Il Monumento nazionale ai Caduti per la Bonifica del Campi Minati. Ebbene, a pag 37 recita: “Infine, quale metafora della vita e della sua continuità, nonchè dell’incompiutezza e dell’assenza, tra esse si insinua un albero perenne – poichè configurato nel bronzo – dove i rami, seppur privati di foglie e frutti, sono scarni ma gremiti di colombe”. Poi “Autore dell’Albero della Pace è Angelo Biancini (Castel Bolognese, 1911 – 1988)…”. Poi ancora, nella pagina del libro ove si mostra l’opera, viene così descritta: “Lo scarno albero dove i rami sono nudi di foglie, ma gremiti di colombe: è l’Albero della Pace”.

Onestamente penso che fonte più autorevole di chi ha progettato l’opera, forse non esista. Crediamo quindi che la riedizione della targa dovrebbe contenere queste piccole correzioni.

Una cosa vorremmo aggiungere, Leggendo il libro impariamo che l’opera necessita di manutenzione triennale. L’architetto che l’ha progettata – Erminio M. Ferrucci – ci specifica “.. la necessità di un trattamento con due passate di silicone alle superfici in calcestruzzo armato, del tipo trasparente e incolore, con emulsione al 50% di acqua”.

Pensiamo che l’Amministrazione comunale dovrà porsi rapidamente il problema, visto il lento, ma continuo degradare dell’opera, evidenziato anche dal fatto che in qualche punto lo scrostarsi del cemento lascia intravedere i tondini dell’armatura in cemento.

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